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Stamani ci siamo svegliati presto per fare un giro a Khajuraho, il giorno prima eravamo riusciti a vedere solo i templi, oggi alle 12 invece abbiamo l’appuntamento con i nostri amici canadesi per un ennesimo tiger safari, questa volta al Panna Park, con la speranza di riuscire ad avvistare almeno uno degli sfuggenti felini che vi dimorano.
Il centro di Khajuraho non è affatto caotico, seppur disseminato di innumerevoli negozietti e ristoranti, la pressione che i locali esercitano nell’invitarti ad entrare è sensibilmente inferiore a quella delle città finora visitate. Durante la passeggiata avevamo bisogno di acquistare dei fazzoletti e ci siamo fermati nell’unico negozio che non aveva nessun addetto alla caccia di turisti, l’Agrawal Choice General Store. Questo piccolo bazar merita una menzione, non tanto per la varietà dei prodotti, è infatti un normalissimo negozio indiano, ma per il suo proprietario. Questo simpatico signore espone chiaramente i prezzi, che sono i soliti sia per i turisti sia per i locali, non ti spinge a comprare niente, ti tratta come un cliente qualsiasi e sa che così facendo le persone ritorneranno. È quello che infatti è successo, siamo tornati dentro tre volte a comprare cose inutili, solo per riprovare la sensazione di entrare in un negozio senza essere soffocati dall’insistenza dei negozianti. Parlando con il gestore, egli ci ha confidato che non gli importa vedere cinque o sei clienti al giorno da prendere in giro con prezzi esorbitanti, preferisce vederne cinquanta che acquistano al prezzo giusto, perché solo così essi torneranno di nuovo e gli permetteranno di crescere, secondo lui (e secondo noi), l’onestà paga sempre, anche se alla lunga. Stavamo quasi per piangere mentre lo diceva! Così lo abbiamo salutato promettendogli di menzionarlo su questo blog. Ecco fatto!
Giunti a mezzogiorno ci siamo recati al Raja Cafè, un bar ristorante che organizza anche i safari al Panna Park, il nostro è costato 3500 rupie da dividere in quattro persone (comprensive di affitto della jeep e di entrata al parco). Poco dopo siamo stati raggiunti da Sylvain e Jean-Mathieu, con cui abbiamo pranzato prima di salire sulla Jeep. Il tragitto per arrivare all’entrata del parco è piuttosto lungo, ma permette di scorgere anche gli altri centri abitati nei pressi di Khajuraho, il che lo rende molto interessante.
All’entrata del parco siamo scesi dal mezzo per pagare il biglietto d’entrata e Sylvain scherzando ha chiesto ai cassieri se avessero mai visto la tigre, ovviamente noi ci siamo messi a ridere per la battuta diretta, ma gli operatori invece hanno cambiato espressione ed hanno cercato di rispondere evasivamente. In quel momento ci siamo messi l’animo in pace, anche oggi con tutta probabilità non avvisteremo nessun felino!
La nostra guida è un appassionato di ornitologia, per ogni volatile che incontriamo ci sorbiamo la lezione, è il suo lavoro, ma sinceramente siamo qui per la tigre e se non fosse per la buona compagnia canadese, ci annoieremmo a morte. Dopo circa un’ora riusciamo a scorgere un coccodrillo ad una distanza di circa 150 metri, aiutati ovviamente dal binocolo, delusi continuiamo il nostro giro.
Ad un certo punto ci imbattiamo in gruppo di macachi grigi, i nostri preferiti! Mentre rimaniamo divertiti ad osservarli sembra succedere qualcosa: le scimmie diventano irrequiete, tutte rivolgono lo sguardo nella stessa direzione, ascoltando il richiamo di altri componenti del loro gruppo. Ci siamo, significa che un predatore è stato avvistato!
La jeep riparte a gran velocità per fermarsi poco dopo in uno spazio più ampio, per interminabili minuti, trepidanti di attesa, ascoltiamo il richiamo che dopo poco cessa, significa che il predatore è fermo. Le scimmie emettono nuovamente il verso, ascoltando la provenienza sembra proprio che il predatore si stia dirigendo verso il nostro campo visivo, non stiamo nella pelle, le macchine fotografiche sono pronte, con il binocolo scrutiamo ogni centimetro di foresta. I minuti passano, ma non succede niente.
Ci abbiamo davvero creduto e la delusione sui volti di tutti è palese, dopo trenta metri ci imbattiamo nelle impronte della tigre sul terreno, si era sdraiata proprio vicino a noi, possiamo vedere l’impronta del corpo adesso, ma non potevamo scorgerla prima da dietro la curva.
Solo vederne le tracce, sapere che è stata così vicina, è davvero una forte emozione che per oggi ci dovrà bastare. Il tour è infatti giunto alla fine, il sole sta scendendo regalandoci un meraviglioso paesaggio.
Poco prima dell’uscita riusciamo a vedere un cinghiale, che non si cura della nostra presenza e si lascia fotografare senza problemi, torniamo indietro con questo piccolo trofeo.
Arrivati all’albergo salutiamo i nostri amici canadesi che ci offrono il safari, pagando di tasca loro l’importo dovuto per l’affitto della jeep, non sono bastate le parole per ringraziarli della loro estrema gentilezza e per la piacevolissima compagnia. Noi proseguiamo invece per il centro di Khajuraho dove ci fermiamo per cena al ristorante Mediterraneo, abbiamo infatti bisogno di una tregua dal cibo speziato ed (anche se è brutto da dirsi) ogni tanto, persino nel luogo più remoto del pianeta, una pizza la si richiede! Domani sarà una lunga giornata, dovremo raggiungere in qualche modo la prossima tappa, Varanasi!
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